Arte a occhi chiusiI quadri scultura di Fulvio Morella che è vietato non toccare

Arte a occhi chiusiI quadri scultura di Fulvio Morella che è vietato non toccare


Tratto da Linkiesta del 24/06/2022

In occasione del 200esimo anniversario dall’invenzione della scrittura Braille, Fulvio Morella ha realizzato la serie di sculture Blind Wood che riproducono vere architetture tattili

La vista ci guida in ogni aspetto della nostra esistenza e così ognuno di noi riesce a valutare se qualcosa gli piace o meno in pochi istanti. Ma siamo sicuri di non perderci qualcosa? Fulvio Morella, dopo anni di ricerca materica anche in ambito del design, ha cominciato a riflettere con le sue opere più recenti sulla superficialità e ingannevolezza della vista. Noto per aver portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea, dal 2021 sta sviluppando il progetto artistico Blind Wood che integra la percezione visiva dell’opera d’arte con gli altri sensi, principalmente il tatto, ma anche il gusto grazie a un esperimento con il multiplo d’artista in cioccolato e braille realizzato con il maitre chocolatier Guido Castagna.
Finora l’artista ha dato vita a circa trenta quadri-scultura che a prima vista possono sembrare opere astratte. Morella combina metallo e legno, cerchi, quadrati, ovali, a creare armonie che non ci sembra di comprendere, ma che in realtà ripropongono oggetti e luoghi reali, visti da angolazioni insolite: un uccello, uno specchio ma anche l’Arena di Verona o il Pantheon di Roma. Lo spettatore riesce a recuperare il senso dell’opera attraverso il tatto. Unico problema? Sapere leggere il braille che decora e completa ogni quadro. Fulvio Morella ci mette così di fronte ai limiti che ciascuno di noi ha, invitandoci a unire gli sforzi per raggiungere una inedita conoscenza approfondita della realtà. Da soli non riusciamo così a comprendere l’opera, metafora della complessità della realtà in cui viviamo. Abbiamo bisogno dell’aiuto e della complementarietà degli altri: nessuno ha una conoscenza universale che permetta di cogliere e distinguere la realtà.
L’opera di Morella è così un’opera tanto bella esteticamente quanto intrigante ma anche in qualche modo crudele: sfugge ai nostri schematismi gnoseologici con un’infinità di rimandi multi-sensoriali. Dopo i primi istanti infatti ci si apre un mondo che non sempre riusciamo del tutto a cogliere, fatto di noi e del nostro vissuto, che l’opera ci fa rivivere; è affascinante anche avere la possibilità di ascoltare e assistere alla fruizione di queste opere d’arte da parte del pubblico.
Il tatto è un senso istintivo per lo più non mediato da sovrastrutture socio-culturali: vivendo e toccando le opere di Morella, ce chi lo fa persino bendato, è così frequente avere dei flash della propria infanzia o di esperienze lontane, dei colori e delle forme dei tavoli della nonna su cui si mangiava da bambini, delle porte toccate di notte per andare in bagno senza accendere la luce o ancora delle panchine del parco. Questa riappropriazione dell’aspetto più viscerale che caratterizza il nostro esistere si sposa con un’armonia di colori e forme sempre presente nelle opere di Fulvio Morella. I suoi quadri scultura possono così definirsi opere mature cariche di quella capacità di sintesi tra forma e contenuto che caratterizza le più riuscite opere d’arte contemporanea.

Chi è Fulvio Morella?
L’artista è nato in Valtellina nel 1971. Si può dire che sia cresciuto con il legno: fin dall’infanzia ha imparato ad amare questa nobile materia nella falegnameria del padre, che produceva per lo più infissi. Dalla fine degli anni 90 Morella lascia le tecniche della lavorazione del legno imparate in famiglia per approcciare la tornitura del legno, alla base di tutte le sue opere. Selezionato per i suoi progetti di design-scultura Deep Oval per il Fuorisalone 2020 e poi con Square the Circle per il 1° Dezeen Virtual. Nel 2021 gli viene dedicata la mostra personale Pars Construens al Gaggenau DesignElementi di Milano. Il 21 febbraio 2022 in occasione della Giornata Nazionale del Braille il Museo del Braille acquisisce una sua opera a conclusione della mostra FIAT LUX all’Istituto dei Ciechi di Milano.

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